Da una ricerca dell’Istituto superiore di sanità in occasione della Giornata mondiale della salute Mentale del 10 ottobre emerge che circa il 6% della popolazione italiana adulta soffre di sintomi depressivi, più frequenti con l’aumento dell’età, legati alle condizioni sociali e al reddito. E tra gli anziani la stima di diffusione della depressione è del 9%, ma arriva al 30% tra quelli con difficoltà economiche.
Nell’arco di un ventennio si è registrato un netto incremento degli ultra 65enni che vivono soli (dal 25 al28,7 %), con molti pensionati in difficoltà economiche. I sintomi depressivi raggiungono il 14% della popolazione dopo gli 85 anni e il 19% tra chi riferisce due o più patologie croniche. L’aumento epidemiologico ha più cause. L’allungamento della vita spesso si trascina comorbilità come diabete, ipertensione e artrite che condizionano la qualità della vita se non ricevono trattamenti adeguati.
Un’altra questione è la difficoltà di accesso ai servizi e le disuguaglianze socio-economiche che limitano le possibilità di cura. La cura della depressone non è strettamente farmacologica, dovrebbe prevedere psicoterapie di supporto ma la quota della spesa sanitaria dedicata alla salute mentale in Italia è inferiore a quella degli altri Paesi, il 3,4% mentre la media Ue è del 10%.
(Sintesi redatta da: Lupini Lucio)