Dall’indagine Istat “Uso del tempo” si ricava una fotografia sulla qualità della vita degli italiani nelle varie fasi della vita. I dati analizzano, non solo la quantità di tempo libero a disposizione, ma anche le modalità con cui viene impiegato.
Dal tempo libero, l’Istituto di statistica, esclude le attività giornaliere “obbligate”, come la cura personale (dormire, mangiare, lavarsi), il lavoro (retribuito, non retribuito e domestico) e lo studio; sono incluse nella nozione le dimensioni della socialità, delle attività culturali, del riposo, dello sport, delle attività ricreative (attività artistiche e passatempi, informatica, posta elettronica, chat e giochi), della fruizione dei mezzi di informazione (letture, televisione e video, musica e radio) e della partecipazione religiosa.
Suddividendo la popolazione tra uomini e donne, si scopre che le seconde hanno ben un’ora al giorno in meno di tempo libero a disposizione rispetto all’altro sesso. Dall’indagine emerge che la situazione cambia, anche di molto, tra le quattro fasce d’età considerate (15-24 anni, 25-44 anni, 45-64 anni e over 65), nonché in base alla condizione lavorativa. Il tempo libero diminuisce nelle fasi centrali della vita e aumenta in quelle iniziali e negli over 65, specie in coincidenza con il pensionamento. Non basta avere tempo libero; occorre anche decidere di sfruttarlo, privilegiando le attività preferite, i momenti di condivisione e le proprie relazioni sociali. Anche nelle fasce orarie infrasettimanali c’è una grossa differenza basata sull’età che vede gli over 65 dedicarsi ad attività di tempo libero fra le 14.00 e le 18.00 mentre, per tutti gli altri, tali attività si svolgono tra le 21.00 e le 22.00.
Per la popolazione in genere l’attività principale nel tempo libero è guardare la televisione, per i motivi suddetti quasi sempre nelle ore serali.
Seguono la vita sociale, soprattutto tra i più giovani e il riposo, che vede coinvolti soprattutto gli anziani. Nell’indagine Istat, il benessere soggettivo è considerato in due dimensioni distinte, una cognitiva, nella quale il soggetto valuta la propria vita nel suo complesso (in maniera retrospettiva) e l’altra affettiva, che invece è legata al presente e alla piacevolezza della quotidianità. Incide, da quest’ultimo punto di vista, il modo, positivo o negativo, in cui si vivono i momenti della giornata. Rispetto alla piacevolezza dei momenti vissuti nella giornata, gli intervistati che hanno segnalato meno momenti spiacevoli sono stati gli over 65 e chi si è ritirato dal lavoro.