Non si invecchia tutti allo stesso modo, e i ricercatori della Stanford University School of Medicine, hanno cercato di capire il perché. Hanno così dimostrato che ognuno di noi ha un modello biologico di invecchiamento, «ageotype», dimostrando che le vie per le quali si sfiorisce sono sostanzialmente quattro: metaboliche, immunitarie, epatiche e nefrotiche. Grazie ad analisi accurate, gli scienziati hanno tracciato profili di invecchiamento dettagliati. Da cui emerge, tra l’altro, che, una volta compreso a quale tipo di vecchiaia si appartiene, si può ritardare il processo.
Ad esempio. chi ha un «ageotype» metabolico rischia di più di ammalarsi di diabete, quelli con un «ageotype» immune, invece, possono generare livelli più alti di «marker» infiammatori o avere maggior rischio di malattie immuno-correlate. Bisogna però calcolare che le quattro categorie non si escludono a vicenda e possono quindi far rischiare due o più tipi di invecchiamento contemporaneamente, con diverse patologie. La cosa più interessante della studio è la scoperta che si può cambiare in meglio il proprio modo di invecchiare, soprattutto variando la dieta. Un’altra scoperta è stato il fatto che non tutti invecchiano uniformemente, alcuni anche senza cambiare abitudini, e altri hanno mantenuto durante gli anni di osservazione, un'andatura di invecchiamento più bassa della media.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)