Calo della prestazione psico-fisica, difficoltà di concentrazione, eccessiva stanchezza, mancanza di progettualità, difficoltà nella memorizzazione: sono sintomi dell'andropausa, un termine che l’uomo ancora non accetta totalmente.
Mentre la donna sa e conosce il proprio destino ormonale, sapendo di dover raggiungere quel momento della vita sessuale e riproduttiva riconosciuta come menopausa, l’uomo, al contrario, non sempre è consapevole o accetta la condizione di andropausa. Una condizione in cui anche i livelli ormonali di testosterone e i suoi derivati tendono a diminuire, con chiare ripercussioni metaboliche fisiche e sessuali. Dovrebbe quindi interfacciarsi con il proprio andrologo di fiducia, eventualmente perfezionato in endocrinologia andrologica, per ricercare insieme eventuali cause ormonali allo stato di malessere che può sconfinare anche nella depressione.
Si tende ad identificare l’ormone maschile nel testosterone, ma non bisogna dimenticare – o meglio – si dovrebbe sapere che esistono ormoni come gli estrogeni, il progesterone, il dea, che talvolta vengono identificati come ormoni femminili. In realtà sono presenti anche nel corpo maschile e devono avere dei valori ottimali per presentare il loro giusto contributo.
Oggi ci sono possibilità di recupero dall’andropausa attraverso terapie ormonali di tipo stimolatorio o sostitutivo (non obbligatoriamente di tipo chimico) ma anche con ormoni bioidentici, la cosiddetta terapia BHRT.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)