A circa 10 anni dalla Legge 38.2010 (“Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”) si apre Il XIX Congresso Acd dell’Area Culturale Dolore e Cure Palliative della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia intensiva-Siaarti (22-24 aprile, virtual congress). Il tema di fondo è un bilancio su quanto è stato fatto e quanto ancora va realizzato nell’ambito della legge, ma anche una riflessione sul futuro del sistema delle cure alla luce dei cambiamenti che il Sars.CoV.2 ha provocato, nonché delle più recenti innovazioni tecniche e farmacologiche di settore.
“Abbiamo organizzato il Congresso Acd 2021 nella consapevolezza che tanti colleghi e tanti giovani anestesisti si sono avvicinati negli ultimi anni alla medicina del dolore, ambito sempre più importante e delicato del Ssn”, precisa Franco Marinangeli, Coordinatore scientifico del Congresso e Responsabile Sezione Medicina del Dolore e Cure Palliative-Siaarti. Proprio pensando a loro è stato creato un programma che propone un percorso di contenuti, best practice e confronti con gli esperti in modalità virtuale. In tre giorni di meeting vengono affrontati i temi più importanti della medicina del dolore, spaziando dalla fisiopatologia alla gestione della sofferenza rivolti a tutti i medici che vogliano crescere culturalmente e professionalmente su questa linea di attività.
I contenuti della tre giorni (22 aprile dalle 13 alle 19; 23 aprile dalle 13 alle 19; 24 aprile dalle 9 alle 13), dunque, abbracciano temi vastissimi che riguardano sia il dolore acuto che il dolore cronico. Si va dall’uso degli ultrasuoni alle tecniche locoregionali, dai setting specifici per soggetti fragili, all’approfondimento sugli oppioidi ed alla neurostimolazione midollare, andando a cogliere anche aspetti a volte sottovalutati, come quello della comunicazione con il paziente e le famiglie, sia nei percorsi perioperatori che nelle cronicità.
La medicina del dolore ha sofferto molto per il Covid-19, e questo è accaduto proprio perché tanti algologi sono stati risucchiati nella gestione dell’emergenza pandemica, con il risultato che i pazienti sono stati poco seguiti negli ultimi quattordici mesi. Nei lavoro congressuali vengono discussi anche i nuovi modelli organizzativi possibili generati dall’emergenza, come quelli telemonitoraggio e della telemedicina che possono essere considerati strumenti particolarmente efficaci nella gestione del dolore.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)