Negli ultimi anni le terapie farmacologiche non hanno dato grandi risultati nel rallentamento e nella cura della malattia di Alzheimer e di altri tipi di demenza. Da qui l'accresciuto l'interesse, anche in Italia, per quelle che sono le terapie non farmacologiche. "In realtà, le cosiddette terapie non farmacologiche godono di una dignità propria" spiega Piero Secreto, responsabile Struttura Complessa Geriatria, Alzheimer e altre Demenze del Presidio Riabilitativo Beata Vergine della Consolata "Fatebenefratelli" di San Maurizio Canavese alle porte di Torino. "Non è che le utilizziamo perché non abbiamo altri strumenti validi a disposizione. Anzi, viene sempre più raccomandato che le strategie non farmacologiche nella demenza siano da preferire come prima linea di trattamento, indipendentemente dalla presenza o assenza dei farmaci. Possono, quindi, essere associate ad essi o addirittura anticiparli". Perché esistono evidenze di miglioramento.
(Fonte: tratto dall'articolo)