Ballare fa bene, soprattutto nella terza età poiché aumenta il tono umorale; il ballo, in effetti stimola la neuroplasticità ovvero la capacità di ottimizzare le risorse cerebrali, attiva le connessioni tra le cellule nervose, riduce l’infiammazione cerebrale che favorisce l’Alzheimer ed il Parkinson.
Lo sottolineano gli studi condotti dalla Dance Psychology Lab dell’Università inglese dell’Hertfordshire. I dati sono riferiti, soprattutto, ai balli di coppia. Danzare insieme, infatti, attiva i sensi: i sorrisi di un’altra persona, il suo odore, l’abbraccio e il contatto fisico accendono le aree sensitive tra cui quelle uditive. La musica attiva ricordi e agisce sulla memoria.
Con l’utilizzo della Unified Parkinson’s Disease Rating Scale Motor, capace di monitorare l’andamento della malattia in relazione al movimento, vari esperimenti avrebbero dimostrato che danzare mantiene elastico il cervello e determina la conservazione della ricchezza cognitiva, al di là dell’età e delle demenze.
(Fonte: tratto dall'articolo)