Sono due anni che la Commissione Affari sociali di Montecitorio lavora per una norma per il biotestamento, ora dovrebbe passare in aula per la discussione. Il testo prevede 5 articoli, e il punto di maggior conflitto è il terzo, che introduce in Italia il nuovo istituto dei DAT, disposizioni anticipate di trattamento, che permettono a «ogni maggiorenne, capace di intendere e di volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi di poter, attraverso disposizioni anticipate, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, ivi comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali». Si introduce inoltre la figura del fiduciario, che fa le veci e rappresenta il disponente nelle relazioni con il medico e le strutture sanitarie. Il medico deve rispettare le DAT, ma può disattenderle nel caso in cui ci siano nel frattempo nuove terapie che non erano prevedibili al momento delle DAT capaci di assicurare possibilità di miglioramento delle condizioni di vita. Sono stati proposti oltre 3.200 emendamenti di ostruzione a questo articolo. Anche l’articolo 1, che regola il consenso informato e dispone il diritto per ogni persona conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informata in modo completo riguardo alla diagnosi e alla prognosi, con la possibilità di rifiutare in tutto o in parte qualsiasi accertamento diagnostico è al centro di diverse discussioni.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)