Polvere alla polvere, acqua all’acqua. Il corpo di un neonato è per l’85% acqua.
Invecchiando, ne perdiamo fino ad arrivare al 50% del nostro peso. In altre parole, le persone, crescendo, si “asciugano”.
In The Perfect Circle, i protagonisti bevono, osservano la pioggia e cercano di non pensare alla morte, come quando chiudono gli occhi e si lasciano portare lontano dalla musica o dal vento. Sulle colline di Reggio Emilia, alla Casa Madonna dell’Uliveto, Ivano e Meris cercano di afferrare ogni sprazzo di vita nel tempo che è loro concesso, circondati dai loro cari. Non vogliono arrendersi alla malattia e non se ne vogliono andare docili in quella “buona notte”, per dirla col poeta Dylan Thomas.
The Perfect Circle intreccia due storie d’amore e la necessità di ritrovare il senso del vivere quando si sta per morire. Anche se, nel ciclo delle acque, nessuno se ne va mai per sempre. La telecamera osserva da vicino, ma con rispetto, i protagonisti e non viola la loro dignità. Solo il dosato black humor dei protagonisti ci riporta alla durezza dell’ineluttabilità del ciclo di vita e morte.
(Fonte: http://www.theperfectcirclefilm.com/wordpress/press-kit-2/)