Un saggio, questo di Roger Angell, che si frammenta in un susseguirsi di ricordi e come un fiume che li raccoglie, l'autore da inizio a un inventario dove inizialmente colloca i suoi vari disturbi, i problemi di salute di un novantenne seppure ancora lucido.
Lo stesso Roger ammette le difficoltà della sua età nella sistemazione dei ricordi; ricordi che fanno parte di questo libro quasi impostato sulla capacità introspettiva dell'autore legato a un mondo che ormai è lontano fisicamente, ma vicino da gustarne ancora la brezza di una vita vissuta intensamente. Allora ricorda con nostalgia la New York in cui i cavalli attraversavano Central Park e gli apparecchi telefonici avevano lettere e tanto altro, ma sono pensieri brevi "perché cosi sono i pensieri a questa età", argomenta l'autore. Il linguaggio di questo saggio si muove con agilità tra umorismo, pathos e metafora giocosa, ma soprattutto con lucidità e sensibile umanità, dove i novanta anni mostrano ancora una vita piena e ben vissuta.
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)