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Carrino Antonella

TiK ToK diffonde in rete il meme che zittisce i vecchi: “Ok boomer”

11-11-2019

Una nuova forma di “conflitto generazionale” si sta diffondendo sul web e lo fa attraverso una applicazione diffusissima fra gli adolescenti: Tik Tok che, ad agosto di quest’anno, è stata l’app  più scaricata di tutte (superando mostri come Youtube, Instagram, Whatsapp e Messenger). Solo in Cina conta mezzo miliardo di utenti attivi. In Italia ha 3 milioni di seguaci. Piace ai giovanissimi della generazione Z soprattutto perché è un social “pulito”: non ancora invaso dalla pubblicità o dalle fake news né dominato dagli influencer. Permette una navigazione gradevole e un senso di community piuttosto forte.
Inoltre gode del sistema di montaggio video-audio più intuitivo (e avanzato) al mondo e, per sua natura, ospita video senza tempo (non legati all’attualità) e senza barriere linguistiche (non legati alle parole). Come formula interessa i giovanissimi soprattutto perché, per sua natura, TikTok  punta ad eliminare ogni sovrastruttura e a far apparire chi lo usa in un modo positivamente imbarazzante (“cringe”, è l’aggettivo più usato in America). Si può ballare, cantare in modo stonato o fare smorfie improbabili. Non fa sentire nessuno giudicato quando si posta sulla piattaforma.

Descritto lo strumento di diffusione e il profilo di chi lo usa passiamo ora a raccontare il fatto all’origine del fenomeno meme “Ok Boomer”, premettendo che  "meme” è un elemento di una cultura che si diffonde per imitazione, in questo caso sul web. Chlöe Swarbrick, parlamentare 25enne del Green Party neozelandese, stava discutendo dei benefici di un disegno di legge che avrebbe cancellato le emissioni di anidride carbonica del Paese entro il 2050 . Un suo collega più anziano, ha cominciato a infastidirla con commenti sulla sua età. «Ok boomer», ha risposto lei, mettendolo a tacere nel silenzio generale. Dopo questo evento, l’espressione “ok boomer” è stata riutilizzata su Tik Tok in una serie di video brevissimi in cui i giovani zittiscono i vecchi genitori, gli ex Baby Boomer, con le loro opinioni antiquate, paternalistiche e fuori contesto. È diventata, in pratica, uno slogan di ribellione, finito su cappellini da baseball e magliette che rappresenta il senso di frustrazione delle giovani generazioni verso i più anziani.

Due importanti sfumature sono sottese a questa nuova moda. Il tema che l’ha generata: quello del cambiamento climatico che nella retorica incendiaria (dalla casa in fiamme in poi) della sedicenne svedese Greta Thunberg ha indicato come “colpevoli” tutti coloro che sono vissuti finora senza preoccuparsi del clima ( i baby boomer appunto). D’altro canto, le vittime sono proprio gli stessi giovani, condannati a vivere in un mondo che sarà funestato da un clima impazzito e sempre meno vivibile. Slogan che abbiamo sentito più volte negli ultimi mesi come «Ci avete rubato il futuro» assumono una connotazione generazionale e costruiscono una identità comune nei confronti di un nemico – il boomer, appunto. La seconda sfumatura sottesa a questo nuovo conflitto è legata alla radice stessa del termine “Boomer” che significa ricordare, appunto, gli anni del boom. Quelli della crescita economica, del moltiplicarsi delle opportunità economiche, lavorative, di carriera. Una epoca che i giovani reputano lontanissima dalla precarietà della situazione attuale, connotata da enormi disuguaglianze sociali. Molti di loro imputano ai loro ascendenti di non conoscere le difficoltà di chi  oggi si misura  con le difficoltà di trovare un impiego stabile. Altro capo di accusa nei confronti dei senior è quello di non comprende la portata del cambiamento introdotto dal digitale. Non è che gli adulti non giudichino i giovani; quello che si potrebbe identificare come un contro-meme  è il termine “snowflake” (fiocco di neve). Indica le persone troppo suscettibili, permalose, deboli e fragili ed è usato oggi dagli adulti per  connotare i giovani  con l’intento di spronarli ad accettare le amarezze della vita, sminuendo (e a volte deridendo) le loro difficoltà. Del tutto normale che, prima o poi, sarebbe scaturita una reazione. «Ok boomer» la incarna anche se bisogna sperare che non diventi una dichiarazione di guerra.

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Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2019
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa11-11-2019
Fonte da stampare
Volume
Approfondimenti
Carrino Antonella
Attori
Parole chiave: Atteggiamento verso invecchiamento Cultura e informazione: fruizione e richiesta Rapporti intergenerazionali Social Network