Lo studio internazionale GERIE, pubblicato sull’European Respiratory Journal, segnala che in parecchie Rsa gli ospiti sono “a rischio” perché ciò che vi si respira lascia parecchio a desiderare. Sono state esaminate 50 Rsa in 7 Paesi, Italia compresa, e monitorati 600 anziani ospiti, per verificare le correlazioni fra qualità dell’aria nella residenza e salute respiratoria di chi ci vive. Il risultato è che nelle Rsa si aprono poco le finestre in tutti i Paesi coinvolti e nelle strutture sono state trovate concentrazioni abbastanza elevate di tutti gli inquinanti considerati e appena un ospite su cinque può cambiare l’aria della propria stanza in misura adeguata. Al crescere dello “smog” nelle stanze aumenta il disagio respiratorio degli anziani. Gli anziani, che hanno difese immunitarie più basse, sono suscettibili all’aria “sporca” e quando vivono in RSA sono costretti a stare in luoghi chiusi, con molte altre persone e poche possibilità di muoversi cose che peggiorano la salute respiratoria generale. Per migliorare le Rsa bisognerebbe evitare di costruirle vicino a fonti di inquinamento esterno (strade trafficate, aree industriali) sistemare efficienti aspiratori sopra le cucine a gas e predisporre sistemi adeguati di ventilazione artificiale. Per pulire poi usare degli aspirapolvere con filtro HEPA e prodotti a basso rilascio di composti organici volatili, ventilare le stanze aprendo più volte le finestre nelle 24 ore, rispettare il divieto di fumo all’interno e nelle vicinanze della Rsa.