L’impatto più immediato dell’inquinamento è sicuramente a carico del sistema respiratorio. Le sostanze ossidanti e pro-ossidanti nello smog, fra cui ossidi di azoto, ozono e polveri sottili, formano radicali liberi nei tessuti delle vie aeree innescando una risposta infiammatoria diffusa. Tutto ciò non solo si correla a un maggior rischio di sviluppare asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva e addirittura il tumore al polmone ma, in tarda età, contribuisce al declino della funzionalità respiratoria.
Inquinamento e clima che cambia peggiorano la vita anche agli allergici: la stagione dei pollini nel 1990 iniziava venti giorni più tardi, durava dieci giorni di meno e la quantità di polline nell’aria era del 21% più bassa rispetto a oggi, con gli alberi che hanno anticipato le fioriture ancora di più rispetto alle erbacee. Gli inquinanti atmosferici causano problemi cardiologici: aumentano la probabilità di accumulare placche nelle arterie e, quindi, di andare incontro ad un attacco cardiaco.
Inoltre sembrano avere effetti infiammatori diretti sul cuore, favorendo la comparsa di patologie croniche e sono associati ad anomalie nella pressione sanguigna, aritmie, ischemie e a un peggioramento delle malattie cardiovascolari già presenti. Non va dimenticato poi che lo smog fa male al cervello, perché riduce le performance cognitive nella soluzione di problemi matematici e verbali con un effetto più marcato con il passare degli anni; vivere in zone con elevati livelli di polveri sottili sembra associato anche a una maggior probabilità di Alzheimer e altri tipi di demenza.
Agli effetti sulla salute degli inquinanti presenti nell’aria vanno anche sommati - purtroppo - quelli delle sostanze che assumiamo inconsapevolmente con l’alimentazione (antibiotici e ftalati), che spesso derivano da un modello di produzione agricola e industriale che non tiene conto delle sue conseguenze sull’ambiente.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)