Secondo i dati diffusi dall’Unione Europea, più del 20 per cento dei lavoratori comunitari ritiene che la propria salute sia già a rischio per via dello stress, che sarebbe causa di almeno il 50 per cento delle giornate lavorative perse. E nonostante ciò, la giurisprudenza italiana si ostina a non riconoscere il burnout come malattia professionale, mentre è la stessa Organizzazione mondiale della sanità a mettere in guardia sull’eventualità che stress e depressione possano diventare, entro il 2020, la seconda causa di invalidità in assoluto. In mancanza di tutele, non resta che la prevenzione; e proprio da Torino arriva ora uno studio che dimostrerebbe come il burnout e le malattie correlate a stress e lavoro possano essere prevenute più facilmente di quanto si creda. La chiave di volta sarebbe il teatro, per via delle possibilità offerte sotto il profilo della gestione e dell’espressione di emozioni e sentimenti: a sostenerlo è il Social and Community Theatre Centre dell'Università di Torino, che a partire dal 2013 ha coinvolto 90 soggetti in un percorso formativo declinato lungo una serie di laboratori teatrali. “L’obiettivo - spiega la dottoressa Alda Cosola, responsabile Promozione salute della Asl Torino 3 - era aumentare il loro livello di consapevolezza sul proprio stato psicofisico, per poi sviluppare delle strategie di resilienza”. A leggere i risultati della ricerca, i benefici portati da questo approccio sarebbero concreti e misurabili.
(Fonte: tratto dall'articolo)