L'invecchiamento della popolazione e il conseguente incremento delle malattie croniche impongono la necessità di creare figure professionali in grado di aiutare le persone a vivere nel proprio domicilio il più possibile. E’ un obiettivo fondamentale del modello di cure primarie promosso dalla Regione Toscana che vede l'ambito domiciliare come il contesto preferenziale in cui perseguire gli obiettivi di salute dei singoli e delle famiglie. Per questo è stata introdotta, nella sanità toscana, la nuova figura dell’ “infermiere di famiglia e di comunità”. Un professionista che, in coerenza con il Piano Nazionale Cronicità, monitora lo stato di salute degli assistiti (con visite domiciliari, follow up telefonici, telemedicina) per evitare che sia la persona a rivolgersi ai servizi in caso di disturbi o complicazioni. L’infermiere di famiglia e di comunità presidia i passaggi di setting assistenziale, con particolare riguardo agli aspetti più critici della continuità delle cure; prende in carico il paziente per tutto il percorso assistenziale cercando di intercettare e prevenire i suoi bisogni di salute, evitando ricoveri inutili, favorendo la deospedalizzazione, presidiando l'efficacia dei piani terapeutico-assistenziali, supportando la famiglia. In sostanza, ha lo scopo di migliorare la qualità di vita della persona nel suo contesto esistenziale.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)