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Rigacci Cristina

Tra paure, emozioni e aspettative: la difficile realtà psichica di un familiare che inserisce un familiare anziano in RSA

www.terzaeta.com, 09-01-2018

Se per tutti “gli altri” (vicini, parenti, amici, ecc) il ricovero in una Residenza Sanitaria di un anziano parente (genitore, nonno, coniuge o altro che sia) può sembrare una soluzione ottimale, che allevia solamente la nota ed effettiva condizione di stress a cui un familiare è sottoposto se costretto ad accudire, dal punto di vista psicologico, non è così semplice come può sembrare. Infatti, il ricovero in un Istituto di un familiare è, spesso, una scelta fatta per necessità dalla famiglia che lo circonda dopo svariati tentativi di trovare soluzioni diverse (es: inserimento in centro diurno, assunzione di badanti, ecc..).
Esistono casi, purtroppo sempre più frequenti, in cui i figli devono separarsi dai genitori per altre cause che non siano la morte: e questa separazione non può non essere causa di ansia e di forti sensi di colpa. Nei casi in cui esistano degli impedimenti per poter accudire personalmente i propri cari, non resta che affidarli ad altri che lo possono fare, e il legame virtualmente si rompe anche se non del tutto concretamente. Ed è “normale” che i figli si sentano in difetto e penseranno a posteriori ad altre mille soluzioni, sentiranno che quella mamma e quel papà non sono più gli stessi di prima.


(Fonte: tratto dall'articolo)

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Autore (Cognome Nome)Rigacci Cristina
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2018-01-09
Numero
Fontewww.terzaeta.com
Approfondimenti Onlinewww.terzaeta.com/articoli/gennaio-2018/Difficile-realta-psichica-familiare-che-inserisce-anziano-in-RSA/
Subtitolo in stampawww.terzaeta.com, 09-01-2018
Fonte da stampare(Fonte: tratto dall'articolo)
Volume
Approfondimenti
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Rigacci Cristina
Parole chiave: Affettività Assistente familiare, badante Lungodegenza Residenza Sanitaria Assistenziale