Dalla ricerca F.I.O.R.E. della Fondazione Onlus Giancarlo Quarta di Milano emerge l’importanza della relazione medico paziente, che se empatica rende meno gravosa la malattia e rappresenta una vera forma ausiliaria di cura, perché riesce a modificare il funzionamento di complesse reti neuronali attraverso le quali il cervello governa processi decisionali e comportamenti. Per questo motivo all’interno delle ricerche fatte dalla Fondazione Quarta è stato sviluppato il Modello relazionale Ippocrate, un sistema che individua cinque aree di bisogni relazionali che dovrebbero sempre essere garantiti all’interno della relazione terapeutica. Le aree sono: il bisogno, da parte del paziente di comprendere razionalmente quanto sta accadendo; farsi un’idea del futuro che lo attende; poter esprimere adeguatamente le proprie emozioni; ricevere le necessarie attenzioni, e infine di prendere le decisioni che la condizione di malattia comporta. Un corretto ed empatico rapporto tra medico e paziente, rilevano gli studi attraverso risonanze magnetiche su soggetti sani, provoca l’attivazioni di varie reti neuronali che permette di individuarne le positive modificazioni, che sono quelle che si verificheranno nel funzionamento cerebrale anche di un paziente in analoghe circostanze. Nel rapporto medico – paziente uno dei problemi è sicuramente il tempo, poiché molti studi confermano che, quando un paziente inizia a parlare, il medico lo ascolta solo per pochi secondi prima di interromperlo perdendo la possibilità di costruire un rapporto significativo. Ciò accade per una carenza formativa di molti medici ma anche per una condizione di burn-out dovuta all’eccessiva pressione del lavoro e dei tempi della visita, sempre più contratti.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)