Le persone affette da demenza non possono essere discriminate nelle liste di attesa per ricevere un trapianto d'organi. L'uguaglianza dei cittadini è una regola generale e valida anche nel caso della demenza. La mancanza, altrimenti, significherebbe che la vita di alcuni vale più di quella di altri, e questo significherebbe aprire un contenzioso infinito tra le persone e chi alloca le disponibilità di organi. Peraltro vanno valutate, in questo ambito, alcune condizioni: la capacità e possibilità che il trapiantato segua le terapie post operatorie necessarie, o che abbia vicino persone in grado di fargli mantenere i regimi di vita indicati. Ugualmente, e soprattutto in caso di persone anziane, va valutato quanto sia il guadagno di vita che l'operazione consente, per non rendere vano e dannoso per altri, il trapianto. La responsabilità di chi regola le liste d'attesa è anche, quindi, quella di valutare il quadro complessivo, oltre quello strettamente clinico, senza pregiudizi legati allo stato mentale o all'età.
(Sintesi redatta da: Rondini Laura)