Da circa 15 anni l’Istituto Italiano della Donazione monitora la pratica dei lasciti solidali per le organizzazioni non profit. I dati parlano di un incremento costante di questa pratica e di un grosso investimento del non profit nel promuoverla, ma ci sono ancora un numero importante di realtà che non riescono ad avvalersene. L’Italia, in ambito europeo, è ancora molto indietro rispetto ad altri Paesi; dai dati del Comitato Testamento Solidale risulta che in Germania un terzo degli over 60 senza figli è favorevole e in Gran Bretagna già nel 2013 il 6% dei testamenti erano aperti a prevedere una quota a favore di una organizzazione umanitaria.
In Italia è ancora un tabù culturale chiedere una donazione in vita per il post mortem. Ma le raccolte fondi si stanno modificando, anche perché sono molte le famiglie che vogliono dedicare una parte di ciò che si è risparmiato a generare del benessere per gli altri.
La volontà post mortem è un grande atto di fiducia nei confronti del mondo, e si lega agli aspetti centrali della cultura del dono, ma c’è bisogno di sicurezza, fiducia e trasparenza. Solo così, con informazioni dirette ed efficaci, si riesce ad essere credibili e a generare la giusta fiducia per lasciare un dono estremo alla fine di una vita che si trasforma in energia vitale, facendo così vivere per sempre la memoria di chi ha donato.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)