Secondo uno studio pubblicato su The Journals of Gerontology condotto su 6.500 donne monitorate per 10 anni, il consumo di circa 261 milligrammi di caffeina giornaliero abbassa il rischio di ammalarsi di demenza o di deficit cognitivo del 36% rispetto a chi ne prende una sola tazzina. Questo perché l'adrenalina messa in circolo stimola il sistema nervoso e incrementa l'ossigenazione del sangue. In un altro studio, pubblicato sul Journal World of Biological Psychiatry, si rileva che al 90% degli intervistati basta un caffè per ritrovare la voglia di fare e la positività e che l'83% lo ritiene indispensabile per svegliarsi. La caffeina però è contenuta in molti alimenti: cioccolato, cola, bevande energetiche, guaranà e farmaci analgesici solo per citarne alcuni. Bisogna quindi stare attenti a non creare una dipendenza. Inoltre si è scoperto ultimamente che la caffeina è sconsigliata per chi vuole dimagrire perché capace di accelerare il metabolismo basale dell'organismo. Chi ne eccede si espone anche ad aumenti della pressione arteriosa, perdita di calcio attraverso le urine, formazioni di ulcere gastriche, stati d'ansia e disidratazione. E’ meglio evitare il caffè anche in caso di cistiti e disturbi della prostata ed emicranie.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)