Da uno studio cinese risulta che bere tè almeno tre volte a settimana riduce il rischio di malattie cardiovascolari. L’analisi è stata condotta su oltre centomila persone e si è rilevato che ai bevitori di tè è stata diagnosticata una malattia cardiovascolare aterosclerotica 1,41 anni dopo gli altri della stessa età e stesse condizioni di salute. Inoltre si è notato che vivono in media 1,26 anni in più rispetto a chi non lo beve. I risultati sono pari in ambo i sessi, con un rischio appena maggiore nei maschi. Quindi, rispetto a consumatori sporadici di tè ai non consumatori, nei bevitori abituali si è registrata una riduzione del 18% di malattie cardiovascolari e del 20% di malattie cerebrovascolari . Ciò è dovuto anche al fatto che il té è ricco di flavonoidi, che possiedono hanno notevoli proprietà antiossidanti per cui sono in grado di ridurre lo stress ossidativo e l'infiammazione vascolare, migliorare la funzionalità dell'endotelio delle arterie e la funzionalità delle cellule cardiache. Poi abbassano la pressione, migliorano il metabolismo dei grassi, agiscono sull'aggregazione piastrinica riducendo la formazione di trombi. A queste azioni si è interessata la comunità scientifica, il cui intento è stato di capire il rapporto tra consumo di tè e malattie varie, in particolare a livello cardiovascolare. Si è notato anche che i migliori risultati si ottengono con il consumo di tè verde, che subisce una lavorazione per impedirne l' ossidazione), mentre non è altrettanto significativo per i consumatori di tè nero. I risultati dello studio cinese permette anche altre constatazioni, come il fatto che un fattore importante è anche la quantità di tè consumata e la seconda è che bisogna capire quali sono esattamente le sostanze più efficace per gli effetti cardiovascolari e infine perché la correlazione con la mortalità cerebro-vascolare è maggiore di quello sulla mortalità cardio-vascolare.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)