Sono 32 mila gli anziani piemontesi non autosufficienti in attesa di accedere ai servizi d’assistenza del servizio sanitario nazionale, a cui per la maggior parte, non accederanno, denuncia Fondazione promozione sociale, presieduta da Maria Grazia Breda, promotrice di un appello pubblico alle istituzioni che vede come primo firmatario Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte costituzionale. Sempre di Fondazione promozione sociale è la petizione, prorogata al 31 dicembre, sul riconoscimento del diritto prioritario alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari delle persone non autosufficienti. «In base alle norme sui Lea – i livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria – i soggetti con handicap intellettivo grave, gli anziani malati cronici non autosufficienti, le persone con demenza senile e i pazienti con rilevanti disturbi psichiatrici e limitata autonomia hanno il diritto immediato alle prestazioni socio-sanitarie residenziali senza limiti di durata, ma occorre altresì che le Asl e i Comuni forniscano concreti sostegni alle persone non autosufficienti curate e assistite a domicilio, e garantiscano ai loro congiunti, che assumono volontariamente questo gravoso impegno, un rimborso forfettario delle spese vive sostenute. Non basta che i parenti si logorino dietro i loro cari, ma devono anche pagare di tasca loro e molte volte rinunciare al proprio lavoro, se non possono permettersi un badante, quando per legge potrebbero usufruire di un sostegno che non esiste». La Regione Piemonte ha deciso intanto di stanziare due milioni di euro per aumentare il numero di posti di continuità assistenziale nel 2016 e Saitta si è impegnato con il coordinamento delle Associazioni Alzheimer Piemontesi a dare attuazione al Piano nazionale demenze e istituire uno specifico tavolo di confronto.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)