Il 64% degli over 60 trentini non fuma e non ha mai fumato nella sua vita, l’80% mangia verdure ogni giorno e il 24% delle patologie croniche che li affliggono sono di tipo cardiovascolare: sono dati migliori, in alcuni casi nettamente, rispetto a quelli del resto d’Italia. Questa l’immagine che emerge dall’indagine di Senior Italia FederAnziani, che ha somministrato test a 6mila over 60 di tutta Italia per approfondire condizioni di salute, stili di vita ed il rapporto con il servizio sanitario nazionale, per poi avviare una campagna di comunicazione a tal riguardo in ogni regione. Il risultati ottenuti dai test somministrati nella regione sono stati presentati in occasione della conferenza “Parlo con te, una campagna di comunicazione per gli over 60”, organizzata in collaborazione con F.A.P. (Federazione Anziani e Pensionati) Acli. In tale ambito, è stato sottolineato come questa ricerca aiuterà a prendere consapevolezza che la tutela della salute ed il mantenimento della autonomia dipendono da quanto ognuno è capace di prendersi cura di se stesso. Le statistiche presentate dalla dottoressa Eleonora Selvi di Senior Italia, per quanto rappresentative di un campione casuale della popolazione over 60 trentina, tracciano un quadro molto positivo delle abitudini, della condizione di salute e del rapporto con la sanità pubblica degli anziani del Trentino. Dai questionari proposti risulta che gli over 60 trentini, rispetto alla media italiana, sono più attenti alle vaccinazioni (il 64% effettua l’antiinfluenzale ogni anno contro il 50% del resto d’Italia), spendono meno per le medicine (il 42% spende tra 1 e 10 euro al mese, in tutto il paese sono solo il 23%) e si affidano di più alla sanità pubblica rispetto ai coetanei di altre regioni (72% contro il 57%). Anche per quanto riguarda la prevenzione i dati segnalano che il 78% delle donne intervistate esegue la mammografia almeno una volta all’anno. Uno dei pochi dati negativi segnalati è quello riguardante i tempi di attesa per effettuare una risonanza magnetica: nella metà dei casi circa l’attesa per la prestazione supera i 2 mesi, una statistica peggiore rispetto al resto del paese.
(Fonte: tratto dall'articolo)