Saranno 15 milioni le persone con demenza senile in Europa nel 2020. Spiega il direttore dell’Istituto di Neurologia dell’Università Cattolica di Roma, Paolo Maria Rossini «Non ci sono test clinici per le demenze, la diagnosi si fa valutando la performance cognitiva rispetto a una popolazione di riferimento. In passato si poteva essere “performanti” anche con qualche deficit, perché le richieste erano inferiori e la vita si svolgeva in un orizzonte più ristretto; oggi un anziano deve ricordare la combinazione per aprire la porta, il codice del bancomat, il telecomando del garage e ha mille altre informazioni da conoscere, bastano perciò piccole difficoltà cognitive per diventare subito meno abili a districarsi nella propria vita. È come se stessimo creando una quota crescente di analfabeti incapaci di far fronte alla complessità del mondo attuale; la tecnologia potrebbe aiutare se per esempio fosse possibile avere un unico codice per accedere a tutto».
(Fonte: tratto dall'articolo)