Il ricercatore Mark Olfson della Columbia University ha pubblicato i risultati di una ricerca secondo la quale è in aumento il numero di prescrizioni per antipsicotici a persone anziane. Lo studio rileva che le prescrizioni aumentano con l’età, raddoppiano nella fascia di età 80-84 anni rispetto ad anziani di 65-69 anni, e in molti casi l'indicazione medica non fa seguito a una diagnosi di disturbo mentale ma nella metà dei casi i pazienti soffrono di demenza. La tendenza non è solo americana, ma coinvolge la maggior parte dei paesi industrializzati. "Il problema esiste anche in Italia – spiega Ferdinando Pellegrino, psichiatra della Asl di Salerno – il fatto è che questi farmaci sono prescritti soprattutto a pazienti con Parkinson o con Alzheimer e altre forme di demenza per trattare alterazioni comportamentali o per delirio o allucinazioni o stati di agitazione psicomotoria". "Il problema di inappropriatezza prescrittiva – aggiunge Pellegrino – è soprattutto legato alle politerapie e quindi va attuata un’attenta politica di de-prescrizione (deprescribing), volta a rendere le prescrizioni più appropriate, riducendo il numero dei farmaci non fondamentali, e comunque a curare il paziente con il minor numero di farmaci possibile".
(Fonte: www.fondazioneleonardo.it)