L’atteggiamento che spesso prevale quando si tratta di decidere se operare un anziano con più di 75 anni è quello di lasciar perdere. Gli stessi medici finiscono spesso con l’utilizzare criteri “vecchi” e desueti per valutare se il paziente è idoneo a finire sul tavolo operatorio, mentre basterebbe misurare la velocità del cammino per avere un quadro delle condizioni fisiche e del rischio di mortalità. Il cosiddetto "test del cammino" può essere fatto semplicemente cronometrando il tempo impiegato dall’anziano per percorrere cinque metri. È così che ogni anno, in Italia, decine di migliaia gli anziani si vedono “negare” un intervento. A denunciarlo è la Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGE), riunita a Roma in occasione del suo IV seminario nazionale. Le persone in questa fascia di età invece hanno bisogno di operazioni quattro volte più degli altri, e con l’aumento della popolazione anziana ci si aspetta una crescita di un quarto del volume totale degli interventi.
(Sintesi redatta da: Marcello Mamini)