In Italia la fascia di popolazione over 65 assorbe oltre il 60% dei consumi e della spesa a livello nazionale. Ecco che il primo rapporto «L’uso dei farmaci nella popolazione anziana in Italia» (riferito al 2019), realizzato dall’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali (OsMed) con il coordinamento dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e dell’Istituto superiore di sanità (Iss) assume un valore di punto di partenza per valutare l’appropriatezza prescrittiva. Con l’avanzare dell’età le patologie insorgono e spesso generano una situazione di comorbidità, ma l’approccio prevalente è quello «sommatorio », cioè risposte singole a ogni patologia. Ciò vuol dire che i farmaci e i principi attivi prescritti sono molti e diversi.
Dal Rapporto emerge una differenza tra Nord-Sud, con il Sud che, per diverse categorie di farmaci, consuma il doppio rispetto al Nord: un segnale di ridotto accesso ai servizi integrati alle cure, come se il farmaco fosse uno strumento di supplenza. E oltre al noto improprio utilizzo di antibiotici (il 50% ne ha ricevuto almeno uno in un anno), si segnala anche l’eccessivo consumo di vitamina D. Quest’ultimo risulta essere il primo farmaco per consumi negli over 65, nonostante di fatto non abbia alcune delle proprietà che gli sono attribuiti, come la protezione dalle infezioni e qualche efficacia rispetto al Covid. Possibile inappropriatezza anche nei farmaci usati in associazione: Fans, anticoagulanti e antiaggreganti.
Sono inoltre stati sottolineati i rischi della poliprescrizione, evidenziando gli effetti paradossali di alcuni farmaci, che rischiano di causare ulteriori complicazioni sugli stessi soggetti. Come è il caso degli antipsicotici somministrati insieme a quelli per chi soffre di Parkinson. Dalle analisi del registro Reposi sui consumi di farmaci nei reparti ospedalieri di Medicina interna e di Geriatria, emerge che il 61% dei nuovi ricoverati assume almeno cinque farmaci, che tendono a crescere alla dimissione. La nota positiva è che negli ospedali che partecipano alla raccolta dei dati sui pazienti si è registrata una maggiore attenzione all’appropriatezza delle prescrizione.
Secondo i dati dell’osservatorio Health Search, che coinvolge 800 medici di famiglia, resta alta la quota di anziani che non ricevono farmaci protettivi dopo una frattura, o anticoagulanti dopo un ictus. Silvio Garattini (presidente dell’Istituto Mario Negri) ha richiamato alcune debolezze “storiche”: assenza degli over 65 nelle sperimentazioni cliniche, anche se sono i maggiori consumatori di farmaci; molteplicità di prodotti farmaceutici in circolazione con gli stessi effetti e indicazioni «senza evidenze e studi comparativi, che le industrie non vogliono fare»; assenza di informazione indipendente. Occorre, ha concluso Garattini, mettere al primo posto la prevenzione.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)