L'eccesso di caldo o di freddo uccide. Le variazioni meteorologiche e ambientali possono essere molto pericolose. Sono più che giustificati i suggerimenti degli epidemiologi che invitano gli anziani a proteggersi ed eventualmente non uscire di casa nelle ore più calde o fredde.
Negli ultimi anni un progressivo aumento della speranza di vita ha portato al moltiplicarsi dei grandi anziani con più di 80 e 90 anni. Questa popolazione è fragile e suscettibile agli sbalzi della temperatura e dell'umidità. Nei primi mesi dell'inverno del 2015 si è verificata un'epidemia influenzale in Italia, come in altri Paesi europei, molto virulenta, che ha causato un aumento dei decessi negli anziani, specie per complicanze respiratorie. La ridotta copertura della vaccinazione anti-influenzale verificatasi nel 2015 ha aggravato la situazione. Nel 2001 in Italia il numero di ultra65enni ammontava a circa 10 milioni e mezzo (il 18% della popolazione), nel 2016 si stima che questo numero lieviti fino ad arrivare a circa 11 milioni e mezzo. C'è meno tempo per adottare le necessarie misure per far fronte alle conseguenze dell'aumento della popolazione anziana e della frequenza di patologie croniche legate all'invecchiamento come quelle cardiovascolari, il diabete, la malattia di Alzheimer e altre patologie neurodegenerative, tumori, malattie polmonari croniche ostruttive e problemi muscoloscheletrici. Come conseguenza, la pressione sul Sistema sanitario mondiale aumenta.
Secondo il rapporto «Stato di salute e prestazioni sanitarie nella popolazione anziana» del ministero della Salute, la popolazione anziana oggi in Italia determina il 37% dei ricoveri ordinari e il 49% delle giornate di degenza e dei relativi costi stimati.
(Fonte: tratto dall'articolo)