La quantità di autotaxin un enzima presente nel fluido che circonda cervello e midollo spinale e già utilizzato come biomarker del diabete di tipo 2, sarebbe in grado di predire anche il deterioramento della memoria. A questa conclusione sono giunti i ricercatori della Iowa State University. I dati delle ricerche condotte su persone tra i 56 e gli 89 anni, pubblicati nel Journal of Alzheimer’s Disease, mostrano che a livelli maggiori di autotaxin si associano un numero minore, oltre che più piccole, cellule cerebrali nei lobi frontali e temporali che sono le aree del cervello associate alla memoria e la funzione esecutiva. Queste persone hanno ottenuto bassi punteggi più bassi nei test di memoria, ragionamento e multitasking. Che lo stesso enzima sia predittore sia di diabete che di perdita di memoria, secondo i ricercatori, sottolineerebbe lo stretto rapporto tra salute fisica e mentale.
(Fonte: tratto dall'articolo)