Nell'antico Egitto la bellezza esteriore non era legata solo alla seduzione, ma anche alla spiritualità, alla salute del corpo e all’igiene. La cosmesi egizia era una vera scienza, la maggior parte degli unguenti e dei trucchi solitamente venivano realizzati in laboratori nei pressi dei templi e poi commercializzati in vasetti decorati. Spesso questi contenitori recavano anche indicazioni sulle dosi e i modi di applicazione del prodotto. Per proteggere pelle o occhi dalla polvere e dal sole abbacinante erano stati messo a punto trucchi dotati di potere protettivo o terapeutico: la malachite (carbonato del rame di colore verde intenso) e della galena (composto del piombo dal tono grigio scuro) proteggevano gli occhi dal tracoma, una malattia infiammatoria cronica della congiuntiva, di natura virale e contagiosa. Inoltre, evitavano l’emeralopia, ovvero l’abbassamento della vista al tramonto e curavano la congiuntivite. Per levigare le rughe si usava un ungento a base di cera d’api, incenso, olio di oliva amalgamati a latte fresco, che veniva applicato per sei giorni di seguito, mentre per la tintura di capelli e unghie si usava l’henné, un prodotto vegetale che possiede virtù antimicotiche, antibatteriche e astringenti ed è ritenuto efficace contro dermatite e seborrea.
(Fonte: tratto dall'articolo)