Si stima che in Italia un anziano su dieci abbia subito qualche forma di violenza nella terza età. Un fenomeno subito specialmente dalle donne e difficile da calcolare, perché le vittime tendono a tacere, perché spesso i loro aguzzini sono figure (figlio, assistente o vicino) da cui si sentono dipendenti. La rivista Lancet parla, in campo internazionale, di un anziano maltrattato su sei, quindi 141 milioni di persone. Spiega Marco Trabucchi, presidente dell’associazione italiana di Psicogeriatria, che il fenomeno aumenta in estate, quando ci sono in giro meno persone e diminuisce il controllo sociale, e contemporaneamente il caldo accresce la fragilità degli anziani. I quali non hanno centri antiviolenza a loro dedicati e quindi si possono rivolgere solo alle forze dell’ordine o a reti non specializzate, cioè parrocchie e centri diurni. Per migliorare questa situazione serve ampliare dalla scuola la cultura del rispetto, affinare la formazione dei personale di assistenza, alleggerendolo con turni meno massacranti. Soprattutto parlarne e chiedendoci cosa ognuno di noi possa fare in famiglia, nel vicinato e sul lavoro.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)