Il tema delle truffe agli anziani era già di cruciale attualità prima del Coronavirus. In tutta Italia si moltiplicavano le iniziative di comuni e Regioni ma anche di Vescovi, Associazioni di pensionati e imprenditori per sensibilizzare l’opinione pubblica e informare gli anziani sulle tipologie di truffe più frequenti e sul come difendersi.
Molti i corsi di informazione promossi dalle questure, d’intesa con diocesi, comuni e associazioni di imprenditori e progetti per veicolare opuscoli informativi nei luoghi più frequentati dagli anziani (parrocchie, centri sociali e negozi). Tutto ciò per tutelare questa categoria particolarmente fragile e scelta come bersaglio privilegiato per questo genere di reati.
Su scala nazionale il 20 maggio del 2019 il Viminale ha stanziato 2 milioni di euro sul Fondo Unico Giustizia del ministero dell’Interno per il contrasto e la prevenzione delle truffe agli anziani. Sul portale dell’Arma dei Carabinieri, nella sezione servizi al cittadino, c’è un dossier
che descrive le tipologie di reato più frequenti e dice come difendersi.
L’Abi ha predisposto un vademecum sull’argomento che molte prefetture hanno reso disponibile sui loro siti istituzionali insieme ai consigli utili per prevenire e denunciare il fenomeno. Fra le associazioni imprenditoriali Anap Confartigianato ha lanciato, con il Ministero dell’interno la “campagna per la sicurezza degli anziani” e reso disponibile anche on line il vademecum “Più sicuri insieme”
, predisposto con le forze dell’ordine.
Dal lockdown è cambiato qualcosa e il fenomeno truffe si è, per così dire, “adeguato” all’epidemia tornando di stringente attualità anche grazie ad una denuncia fatta dal Centro studi dell'Unione nazionale consumatori
. Sembra che, durante il lockdown, gli anziani siano le principali vittime di truffa.
L’emergenza ha moltiplicato le occasioni di frodi compiute sotto la falsa veste dell’assistenza sanitaria, del controllo delle forze dell’ordine o del volontariato. Il Covid-19 ha consentito ai truffatori di avere a disposizione nuovi fattori scatenanti e ulteriori scuse per cercare di entrare nelle case degli anziani. Prima dell’emergenza, i pretesti erano la falsa verifica al contatore del gas, una situazione di emergenza o il finto incidente stradale del figlio con il quale i truffatori facevano leva sugli affetti della terza età.
L’ Unione Nazionale Consumatori oltre a sollecitare con urgenza la trasmissione di spot che dicano agli anziani come devono comportarsi per proteggersi dalle truffe, chiede che se ne occupino di più i programmi di intrattenimento televisivi pomeridiani, seguiti da un folto gruppo di senior. Bisogna convincere gli anziani che non c’è nessun obbligo di aprire la porta di casa e che persino le forze dell’ordine non possono entrare senza mandato dell’autorità giudiziaria. Poi bisogna convincerli a denunciare perché solo in 1 caso su 2 ciò avviene. Sarebbe opportuno inoltre rendere il reato procedibile d'ufficio come truffa aggravata (per cui non si procede su denuncia di parte) invece che come truffa semplice.
Fra le ultime iniziative lanciate per rispondere all’evoluzione del fenomeno truffe durante il lockdown, c’è quella del Vademecum diffuso da Senior Italia Feder Anziani (Federazione delle associazioni della terza età).
Vuole aiutare gli over 65, già particolarmente provati dalla diffusione del virus, a proteggersi al meglio da truffe, bufale e altri rischi in agguato ogni giorno in questa fase di emergenza.
In 20 punti, il Vademecum mette in guardia dai sedicenti funzionari pubblici che si fingono incaricati dalle Asl per effettuare operazioni sanitarie e somministrare tamponi, dalle finte disinfestazioni delle abitazioni, dei condomini e delle banconote, dalle truffe che viaggiano via e-mail, dai rincari ingiustificati, in particolar modo negli acquisti online di disinfettanti, dalle pubblicità ingannevoli di dispositivi inefficaci che vengono presentati come validi strumenti di prevenzione.