In Italia il carcinoma della prostata è attualmente il tumore maligno più frequente tra i maschi e rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni di età. L'incidenza del carcinoma prostatico ha mostrato negli ultimi decenni una costante tendenza all'aumento, in particolare intorno agli anni 2000, in concomitanza con la maggiore diffusione del test dell'antigene prostatico specifico (PSA) quale strumento per lo screening. «La ricerca e l'innovazione scientifica hanno posizionato il paziente oncologico al centro del percorso diagnostico e degli approcci terapeutici. Più comuni sono le patologie benigne che colpiscono la prostata, soprattutto dopo i 50 anni, e che talvolta provocano sintomi che potrebbero essere confusi con quelli del tumore. La comparsa di tumore della prostata è il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici ed ambientali.
Tra i principali fattori di rischio ci sono:
Età, poiché incidenza di questo tumore aumenta con l'età; Fattori ormonali, infatti elevati livelli di testosterone e del fattore di crescita insulino-simile 1 predispone all'insorgenza del tumore; Storia familiare di tumore della prostata che riguarda circa il 25% dei pazienti; Fattori genetici; Eccessivo apporto calorico e di grassi con la dieta; Obesità; Fumo.
Grazie agli approcci più recenti, la guarigione del tumore della prostata supera il 75%. La sopravvivenza dei pazienti con carcinoma prostatico, è attualmente al 92% a 5 anni dalla diagnosi e la sopravvivenza di ulteriori 5 anni condizionata ad aver superato il primo anno dopo la diagnosi è del 94%. Questo viene garantito anche da una diagnosi precoce possibile anche grazie agli screening e ai controlli periodici dopo i 50 anni.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)