Il cancro è soprattutto una patologia della terza età, per questo in Italia sarebbero necessarie più unità di oncologia geriatrica con programmi ad hoc per gli over70. Valutare gli anziani prima di sottoporli alle cure contro il cancro permetterebbe ai medici di fare scelte più ponderate: per esempio, valutando l’opportunità di intervenire chirurgicamente o meno, oppure di somministrare o no un certo farmaco che si darebbe senz’altro a una persona più giovane. E per i pazienti di poter contare su migliori risultati contro la malattia e su una migliore qualità della vita.
In Italia esistono solo una dozzina di unità di onco-geriatria, strutture dove il paziente anziano fragile è preso in carico da una equipe mista di professionisti: oncologi e geriatri ma anche nutrizionisti, infermieri dedicati. Infine per ottenere un percorso oncologico tagliato sul paziente anziano il primo passo è sottoporre gli over70 con diagnosi di cancro a una valutazione geriatrica prima delle cure. Ma cosa frena l’affermarsi dell’oncologia geriatrica che rischia a breve uno “tsunami oncologico”?
La difficoltà di collaborazione tra oncologia e geriatria è prima di tutto dovuta a un problema di personale I geriatri sono pochi ovunque, e soprattutto nei paesi a basso reddito. E poi c’è una scarsezza di rifermenti alla geriatria nei corsi di specializzazione. Si aggiungono la mancanza di tempo e di organico nel sistema sanitario. Infine, c’è un pregiudizio legato all’età. Tuttavia i professionisti di oncologia geriatrica hanno intrapreso una serie di iniziative importanti, che includono l'organizzazione di una società internazionale, la Société internazionale de onco-geriatrie, o Siog.
E la formazione di gruppi di ricerca clinica dedicati all’oncologia geriatrica. Inserire nei trial persone con problemi di movimento, di spostamento o di comunicazione, o con altre malattie croniche importanti, oltre al cancro, può essere complesso. Il risultato però è che quando, alla fine della sperimentazione, il farmaco approda alla pratica clinica, i suoi effetti sull’anziano sono meno noti, meno chiari di quelli osservati sul paziente adulto. Gli over70 andrebbero più rappresentati nella ricerca anche se richiede più risorse e maggiore impegno.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)