Il viaggio diventa sempre di più un evento destinato alla food experience, non solo per gli appassionati di cibo in cerca di ristoranti stellati, fiere e aziende agricole, ma anche per la stragrande maggioranza dei turisti. Lo conferma il Rapporto sul turismo enogastronomico 2019 (World Travel Association e Università degli Studi di Bergamo) per cui, nella scelta della meta di viaggio, quasi 6 turisti italiani su 10 (59%) ritengono fondamentale la presenza di questo tipo di offerta. Fra le esperienze più apprezzate ci sono: la visita a un’azienda agricola, ad una cantina o ad un caseificio; inoltre, il turismo delle tradizioni locali e della campagna, interessa in modo trasversale tutte le generazioni.
Interessante lo spaccato socio-demografico dei turisti alla ricerca di food experience autentiche. L’età media è di 57 anni, si tratta spesso di professionisti (alcuni dei quali in pensione), guidati oltre che dall’amore per la cucina anche dalla curiosità per il confronto con culture straniere.
Dal punto di vista del fatturato, la Coldiretti rileva che un terzo della spesa turistica è dedicata oggi al cibo ed a esperienze collegate, fra cui il vino. Non a caso, l’associazione dei coltivatori diretti ha realizzato di recente un portale interamente dedicato alle visite in cantina, degustazioni, picnic e passeggiate (Wine Confidential).
Un focus interessante, condotto dall’Osservatorio Home food Le Cesarine (network di chef a domicilio composto da 600 cuoche e cuochi italiani), ha approfondito in particolare i desideri dei turisti americani. Dall’analisi è emerso che la spesa turistica degli stranieri in Italia ammonta a 36 miliardi di euro all’anno, di cui 12 spesi in esperienze enogastronomiche diverse dalla ristorazione tradizionale (come quelle legate alle lezioni di cucina, al social eating e all'home dining).
L’identikit di chi, nell’ultimo anno, ha prenotato cene e lezioni di cucina sul portale delle Cesarine è rappresentato da nuclei familiari con capifamiglia over 50 e stranieri. Provengono per lo più da grandi città statunitensi come New York e Houston (prima e seconda nell'ordine); mentre gli europei arrivano soprattutto da Monaco di Baviera, Parigi, Zurigo e Londra. In sei casi su 10 alla guida di questi gruppi ci sono donne con un elevato grado di istruzione e buona capacità di spesa.