Buone notizie a proposito dell’incidenza dell’Alzheimer, che è diminuita nei paesi sviluppati di circa il 20% ogni dieci anni a partire dal 1980. Sembra che la causa principale sia l’aumento del livello di istruzione. In pratica negli anni è cresciuta l’attenzione all’alimentazione, al rischio legato al fumo e allo svolgimento di attività fisica. Questo ha portato ad una sensibile diminuzion edei casi di demenze di origine vascolare, molto comuni soprattutto tra gli uomini. In più è ormai chiaro che chi stimola il proprio cervello nell’età evolutiva ,una volta diventato anziano, potrà usufruire di una sorta di riserva aggiuntiva di cellule nervose cui attingere quando i neuroni iniziano a invecchiare e morire. Questo porterà i bambini di oggi a diventare anziani più colti, col cervello in continuo esercizio, abbassando quindi l’incidenza della demenza, come confermano gli evoluzionisti. Anche l’organizzazione della famiglia moderna occidentale, che permette ai giovani di avere un precoce sviluppo fisico e sessuale, accompagnato da una più lenta entrata nella vita fa pensare ad un’evoluzione in pieno svolgimento, non ancora assestata su un’esistenza più lunga, che potrebbe favorire gli anziani di domani. Questi cambiamenti pare siano di natura epigenetica, cioè non riguardano la struttura del DNA, ma la sua forma e organizzazione: per questo li vediamo già, e per questo si trasmettono alla nostra prole. Le prossime generazioni quindi dovrebbero vedere abbassarsi il rischio di demenze grazie ad un maggiore sviluppo del cervello.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)