In 'Ultima fermata', primo lungometraggio di Giambattista Assanti, la soppressione della linea ferroviaria Avellino-Rocchetta Sant’Antonio (inaugurata nel 1895 e chiusa nel 2010) ma è anche il fil rouge della storia lavorativa e sentimentale di Domenico Capossela. Un capotreno che sarà ricordato come l’uomo che fischiava le partenze dei treni in ritardo, di quei treni che portavano via uomini e donne verso terre lontane, intere famiglie che forse non vi avrebbero più fatto ritorno. In realtà Domenico, interpretato da Nicola Di Pinto, muore nei primi minuti del film. A raccontare e rivivere la sua storia, dall'estate del '65 ai giorni nostri, è il figlio attraverso un diario segreto del padre. Una galleria commovente, straordinaria e a tratti divertente di persone e racconti popoleranno i pochi giorni di permanenza del figlio nel paese d'origine. Tra questi c'è la sarta Rosa, un amore straordinario e per questo clandestino di Domenico, interpretato da Claudia Cardinale (figlia di un ferroviere come il regista del film). Un film semplice, un viaggio attraverso la gente del Sud ma allo stesso tempo un viaggio attraverso noi stessi utilizzando la memoria per poter crescere.