Alfonsina ha ottantotto anni e risiede da molti anni nella casa di riposo. Conosce bene Silvana, la dottoressa che si occupa di loro anziani, e ne è diventata amica, sa che è lei la donna giusta per il figlio. Bruno, sessantenne, è in arrivo da Tokyo e l’unico desiderio di Alfonsina, prima di morire, è di vedergli accanto una donna, non vuole lasciarlo solo negli anni a seguire. Silvana e Bruno si piaceranno e una sera, a cena, Bruno le consegna il suo manoscritto, un libro nel quale racconta gli anni della giovinezza di sua madre e la sua. E’ il gesto che suggella la loro unione perché Silvana con la lettura andrà indietro nel tempo ed entrerà nelle loro vite. L’anziana madre, con i suoi capelli bianchi e ricurva su sé stessa, è stata una donna bella e piacente e come tutti i nostri anziani ha vissuto la sua giovinezza nelle difficoltà del passato superandole con grande forza d’animo. Alfonsina è stata abbandonata dal marito quando Bruno era piccolo. Era partito per l’Abissinia, disertore, era fuggito in America dove aveva creato una nuova famiglia. Ormai sola avrà il solo scopo di provvedere al figlio. Lavora come sarta e cuce anche di notte per mantenerlo agli studi e farlo laureare in Medicina. Bruno, dopo una lunga militanza nel partito comunista, disilluso, abbandona tutto, parte e si stabilisce a Tokyo, dove si afferma come giornalista e scrittore. Una storia nella storia, come un libro nel libro, per raccontare l’ultima luna, l’ultimo periodo della vita. (Fonte: www.sololibri.net)