Dall’ultimo rapporto Oms sull’ equità delle politiche sanitarie europee (Healthy, prosperous lives for all: the European Health Equity Status Report) emerge che molti dei fattori critici all'origine delle disuguaglianze nel campo della salute vengono affrontati in modo contraddittorio e inadeguato. Ad esempio, mentre il 29% delle disuguaglianze sanitarie derivano da condizioni di vita precarie, il 53% dei paesi europei, negli ultimi 15 anni, ha disinvestito in alloggi e servizi alla comunità. Queste le principali evidenze del Rapporto:
- ci sono significative disparità di salute trai gruppi sociali. In quelli più svantaggiati le donne hanno una aspettativa di vita fino a 7 anni inferiore alla media e gli uomini fino a 15 anni. Avviene ciò, nonostante l'aspettativa di vita media in tutta la regione sia aumentata, fino al 2016, a 82 anni per le donne e 76,2 anni per gli uomini;
- il 20% meno ricco degli uomini e delle donne che riferisce malattie condizionanti la libertà di svolgere attività quotidiane lo fa in più del doppio dei casi rispetto al 20% più abbiente della popolazione;
- in 45 paesi su 48 che forniscono dati, le donne meno istruite riportano tassi più alti di scarsa salute rispetto alle donne più colte; lo schema si ripete per gli uomini in 47 paesi su 48;
- il luogo in cui si vive influenza la longevità e la qualità della vita: in quasi il 75% dei paesi analizzati le differenze nell'aspettativa di vita tra le regioni più e meno avvantaggiate sono rimaste immutate per oltre un decennio, in alcuni casi sono addirittura peggiorate;
- l'invecchiamento della popolazione approfondisce le disuguaglianze di salute: dai 65 anni in poi, rispetto al gruppo sociale dei benestanti, il 22% in più delle donne e il 21% degli uomini di famiglie meno abbienti dichiarano cattive condizioni di salute; molto inferiori le percentuali fra le ragazze e i ragazzi ( rispettivamente 6% e 5% ) e anche fra gli adulti in età lavorativa (rispettivamente 19% e 17%);
- Entrando in età avanzata, la cattiva salute accumulata da chi ha minori risorse economiche e sociali comporta un maggiore rischio di povertà ed esclusione sociale, perdita di vita indipendente e declino più rapido della salute.
Per l’Oms l’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre le disuguaglianze del 50%; l’impatto stimato potrebbe, per lo studio, produrre benefici finanziari per i paesi che vanno dallo 0,3% al 4,3% del prodotto interno lordo (PIL).