Negli adulti la leucemia linfatica cronica è una delle forme più comuni, di solito viene diagnosticata verso i 70 anni, solo in un terzo dei casi sotto i 55 anni, ed essendo una malattia degli anziani permette nella maggior parte dei casi una lunga sopravvivenza. E’ una forma leucemica con una lenta evoluzione, in cui c’è l’accumulo di piccoli linfociti B maturi (un tipo particolare di globuli bianchi) nel sangue periferico, nel midollo osseo e negli organi linfoidi periferici (linfonodi e milza). Col passare del tempo in alcuni pazienti l’eccessivo accumulo di linfociti anomali riduce la capacità del midollo osseo di produrre i globuli rossi e le piastrine. E’ asintomatica all’inizio, e per un terzo dei pazienti anche più a lungo. I suoi sintomi sono: ingrandimento dei linfonodi e/o aumento dei linfociti nel sangue; ingrandimento della milza; anemia con conseguente stanchezza, debolezza e respiro affannoso; riduzione dei livelli di piastrine (che favorisce la formazione di lividi o piccole emorragie) e maggiore suscettibilità alle infezioni. Con l’evoluzione della malattia ci può essere dimagrimento inspiegato, sudorazioni notturne e febbricola, soprattutto la sera. Anche se identificata, non viene subito trattata coi farmaci, ma tenuta sotto sorveglianza. Quando diminuiscono l’emoglobina o le piastrine o i linfonodi sono cresciuti molto fino a comprimere organi o vene si interviene con farmaci chemioterapici ad anticorpi monoclonali. A queste terapie non rispondono il 10% dei casi, che possono ora essere curati con le nuove terapie bersaglio.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)