Dal momento che abbiamo insindacabilmente stabilito che è giunta l'ora di “nutrire il Pianeta” e di porre fine al quelle annose disparità alimentari che, molto più di guerre e terrorismo, generano esodi di massa e migrazioni oceaniche in direzioni di lidi opulenti (o presunti tali); in concomitanza con Expo 2015 si è aperto un focus sull'alimentazione finalizzato a comprendere chi, come, quando e perché necessiti esattamente di essere nutrito.Da una ricerca condotta per conto dall'Università Cattolica di Roma e presentata proprio nel corso dell'Esposizione Universale in quel di Milano è emerso che, oltre a centinaia di popolazioni alle prese con carenze di cibo endemiche, anche i nostri anziani avrebbero bisogno di una pronta revisione alimentare in grado di porli al riapro da tutti quei problemi di salute derivanti dalla frequente ingestione di cibo scaduto o avariato.Secondo i ricercatori romani, che hanno basato la loro indagine su un campione statistico pari a circa 200 soggetti con una età media di 74 anni, circa un anziano su tre non ripone le dovute cautele nella consumazione di prodotti alimentari industriali, ingerendo abitualmente cibo di pessima qualità senza prestare troppa attenzione ad eventuali conseguenze per la propria salute.Solo il 15,4% dei soggetti intervistati ha infatti dichiarato di rivolgersi a medici e nutrizionisti nella compilazione di una dieta personalizzata, mentre il restante 84,6% degli anziani sceglie le tipologie di alimenti da consumare sulla base di fonti di informazione quantomeno dubbie, prima tra tutte la televisione o la carta stampata.Tutto questo si traduce, logicamente nella comparsa di numerose patologie tranquillamente evitabili, con un aumento dell'incidenza tumorale in età senile stimato in punte statistiche pari al 30%, data l'indubbia correlazione tra l'attenzione alla propria alimentazione e la possibilità di prevenire differenti forme tumorali che trovano il loro terreno di insorgenza proprio in una dieta sbilanciata e povera di antiossidanti.