Si parla molto degli anziani e si sta cercando di trovare un’organizzazione in grado di rispettarne la dignità e la libertà con interventi specifici. E’ difficile ammettere che, se si è persa la capacità di vivere al proprio domicilio si deve essere assistiti in strutture residenziali. Questo perché altrimenti possono intervenire diversi aspetti problematici: la crisi del nucleo famigliare di supporto, la solitudine, l’esigenza di atti tecnici di cura, la sorveglianza continua da parte di personale qualificato. Se si esamina la rete delle residenze, si deve partire da alcune considerazioni: il sistema è sotto finanziato, ci sarebbe bisogno, soprattutto a Sud, di un grande piano nazionale. Bisognerebbe garantire la copertura del 50% dei costi delle rette, così da non far cadere le spese interamente sulle famiglie. C’è stato negli ultimi anni un incremento delle grandi catene di residenze gestite da privati oltre a quelle gestite da Fondazioni o dalle Regioni. Ma si dovrebbero però impostare dei modelli programmatori, per rispondere alle reali esigenze dei territori, ed effettuare un controllo pubblico non solo per agli aspetti formali e procedurali, per controllare la qualità della vita degli ospiti. Inoltre la professionalità degli operatori non può essere lasciata alla spontaneità, ma deve corrispondere ad una formazione specifica.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)