Per la prima volta un gruppo di ricercatori americani e spagnoli sono riusciti a riprogrammare le cellule rendendole giovanili quel poco che basta per cancellare i segni dell’invecchiamento sul Dna, senza perdere l’identità di cellula adulta. Sulla rivista Cell gli scienziati mostrano come ciò sia stato possibile applicando lo stesso modo che si usa per produrre le cellule staminali pluripotenti. Cioè regolando l’espressione (l’accensione o lo spegnimento) di alcuni geni chiave senza toccarne la struttura. Juan Carlos Izpisua Belmonte del Salk Institute di LaJolla, in California, che ha diretto l’esperimento, dice: «Abbiamo mostrato che l’invecchiamento è un processo plastico, e non avviene necessariamente in un’unica direzione». Si è riusciti a ciò grazie anche al fatto di non aver cercato un ringiovanimento eccessivo, cosa che in situazioni precedenti aveva portato allo sviluppo di tumori. I ricercatori hanno regolato l’azione dei fattori esternamente con l’introduzione di uno speciale interruttore che rispondeva a un antibiotico, la cui somministrazione era regolata dai ricercatori, che hanno riprogrammato solo per un paio di giorni e non per le consuete 2 o 3 settimane. L’esperimento è stato condotto su topolini nei quali c’è stato un miglioramento delle funzioni di ciascun organo, e anche un beneficio complessivo misurabile in settimane di vita, allungata mediamente del 30%.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)