I dati e le previsioni sui prossimi 40 anni parlano chiaro: la popolazione trentina avrà una quota sempre più consistente di over 65, che nel 2065 supereranno il 30% del totale. Non solo: sta crescendo, e probabilmente crescerà ancora, il numero di anziani con limitazioni funzionali (+4,7%), a fronte invece di un calo delle indennità di accompagnamento riconosciute (-8,8%). Se il dato sull’invecchiamento appare incontrovertibile, si può però ancora intervenire sull’offerta dei servizi e sul miglioramento delle condizioni di vita: questo è stato il tema del convegno tenutosi il 29 gennaio scorso al Muse e organizzato da Auser, dal titolo “Il diritto di invecchiare a casa propria”.
L'Associazione che si occupa di anziani ha promosso una ricerca nazionale che inquadra i problemi e le prospettive legate alla domiciliarità, ossia il poter trascorrere la vecchiaia a casa propria: una scelta che oggi non è sempre possibile e che con il trend demografico in atto potrebbe diventare sempre più problematica, ma che da molte persone è vissuta quasi come un diritto irrinunciabile.
In conclusione si è sottolineata la necessità di agire su due fronti: prevenzione per poter contenere il numero di anziani con limitazioni funzionali, e investimento sulla domicialiarità, puntando anche su telemedicina e telesoccorso, perché stare in casa propria fa bene alla persona. Certo servono risorse, e va fatto uno sforzo aggiuntivo a sostegno delle persone più fragili e alle famiglie, anche perché le previsioni dicono che sarà sempre più difficile assicurare il rinnovo dei caregiver nei nuclei familiari.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)