Non sappiamo se sarà efficace contro l’Alzheimer, ma un farmaco attualmente in sperimentazione per il trattamento della malattia neurodegenerativa potrebbe comunque essere impiegato “off label” per combattere i superbatteri resistenti agli antibiotici.
Un gruppo di ricercatori delle tre università australiane del Queensland, di Melbourne e della Griffith University, ha scoperto che il farmaco sperimentale per l’Alzheimer, chiamato PBT2, riesce là dove molti antibiotici attualmente disponibili fallisce: sconfiggere le infezioni provocate da alcuni batteri Gram negativi resistenti.
«La diffusione di superbatteri resistenti agli antibiotici è una minaccia urgente per la salute umana, minando la capacità di trattare i pazienti con infezioni gravi. Sono urgentemente necessarie strategie alternative per trattare questi batteri resistenti a più farmaci. Il nostro team ha ipotizzato che, utilizzando questo trattamento sperimentale per l'Alzheimer per distruggere i metalli all'interno di questi batteri, avremmo anche interrotto i loro meccanismi di resistenza agli antibiotici», ha commentato Mark Walker della University of Queensland tra gli autori dello studio.
Gli scienziati hanno descritto la scoperta su Science Translational Medicine: il PBT2 in combinazione con l’antibiotico polimixina manda in tilt il meccanismo dell’antibiotico-resistenza utilizzato dai batteri grazie alla sua capacità di rompere i legami metallici che rendono i patogeni inattaccabili.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)