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Malvaso Cosimo

Un luogo caldo dove ritrovare le parole di forza

Animazione Sociale, 9, 2020, pp.38-46

Nel comune di Bozzolo (MN) si è sviluppato un progetto sociale – L’Isola che non c’è - , che potrebbe anche considerarsi ‘pilota’, nato dall’idea di offrire alle persone in difficoltà un luogo di sosta. Si parla di un lavoro di comunità e dunque di un lavoro di sconfinamenti, intesi come pratiche che permettono di andare oltre il già conosciuto, fino a entrare in una zona incerta ma ricca di aperture inedite. Gli sconfinamenti permettono di recuperare risorse altrimenti non disponibili attraverso il coinvolgimento di ambiti della società formalmente lontani dai servizi sociali, ma portatori di nuove conoscenze sociali.

L’Isola che non c’è coinvolge 10 persone conosciute dal servizio sociale , giovani e adulti con alle spalle storie di mancanza lavorativa e familiare, destinate all’isolamento sociale più o meno marcato. Qui si è voluto costituire un approccio legato a percorsi empowerment, dove la persona può ripensare il suo progetto di vita e attivarsi responsabilmente, a partire dal contributo che può dare per la tenuta della Casa del Cuore, per le attività produttive all’interno dell’Oasi Occupazionale e per le iniziative di cura e animazione degli spazi verdi messi a disposizione dal Comune. La Casa del Cuore, centrale per tutto il progetto, riproduce il clima accogliente tipico della famiglia, ma - a differenza di quest’ultima - mantiene un’apertura costante all’esterno. Durante il pranzo sono presenti, oltre agli operatori, le persone che frequentano l’Oasi Occupazionale, tra cui un anziano che abita nel condominio.

Lontano da un linguaggio moralista e colpevolizzante, si ascoltano le storie di tutti, dando sfogo ai sentimenti negativi e positivi. Si tratta in fondo di tessere comunità partendo da storie di fallimenti personali ma anche istituzionali, perché molti dei protagonisti sono conoscenze già note ai Servizi. Soprattutto va sottolineato il grado di fiducia che l’ospite ripone nell’operatore fuori di parametri più ‘istituzionali’.

In conclusione l’esperienza mette in luce che è indispensabile creare un gruppo di operatori formali e informali, espressione del servizio sociale, dell’associazionismo territoriale e dell’Ente locale, che assuma intenzionalmente il compito di promuovere processi di collaborazione, tenendo conto delle dinamiche che possono ostacolarli o favorirli. Infine, occorre sottolineare la connessione tra la Casa e l’Oasi, impegnata nell’inserimento di persone svantaggiate, come pure con le iniziative legate all'animazione della comunità e alla cura del verde pubblico per la quale sono previsti tirocini risocializzanti.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Malvaso Cosimo
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine38-46
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero9
Fonte
Approfondimenti Online
FonteAnimazione Sociale
Subtitolo in stampaAnimazione Sociale, 9, 2020, pp.38-46
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Malvaso Cosimo
Attori
Parole chiave: Buone pratiche Servizi sociali