(function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://' : 'http://') + 'stats.g.doubleclick.net/dc.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();
Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Un ospedale "amico" per la demenza? Si può

Il Corriere della Sera, 06-10-2024

È noto in letteratura che dal 20% al 30 % dei pazienti ultra 65enni ricoverati in reparti di area medica o chirurgica presenta un quadro di demenza clinicamente manifesta e nel 60 % dei casi è possibile rilevare una forma di decadimento cognitivo. 

Si stima che circa il 6-8% degli accessi al PS riguardi persone con demenza; il fenomeno è sottodimensionato in quanto è noto che circa un familiare su due di una persona con demenza non riferisce al personale del triage l’esistenza di questa condizione, nel timore che possa cambiare la condotta diagnostica e terapeutica del personale sanitario della medicina d’urgenza nell’assistenza del proprio caro.

La UOC di Geriatria dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di Modena ha avviato un progetto di Dementia Friendly Hospital . Medici, infermieri, operatori socioassistenziali, hanno ottenuto una formazione specifica e validata basata sul modello di cura centrata sulla Persona, migliorando l’accoglienza verso le persone con demenza e i loro familiari e utilizzando la stimolazione sensoriale.

Le giornate di degenza dovranno essere occupate con il gioco, la lettura, la musica, attività semplici che tengano impegnate le menti e le mani, in modo da evitare agitazione e autorimozione di presidi importanti come accessi venosi e ossigeno.

 Nel reparto di Geriatria Acuti del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, dal 2009 Maria vige un modello assistenziale specifico per pazienti con demenza complicata da delirium o disturbi comportamentali. Questo modello include la «Delirium Room», uno spazio progettato per minimizzare i disagi del ricovero, dove il familiare o caregiver è coinvolto nel percorso di cura, insieme con un’assistenza personalizzata e strategie non farmacologiche, come la mobilizzazione precoce e il ripristino delle attività quotidiane.

Al Sant’Orsola è in fase di realizzazione uno spazio speciale al PS, progettato per superare l’assenza di luce naturale con un soffitto luminoso che simula il cielo, e pareti con immagini di boschi in fiore. Qui il caregiver può rimanere accanto al paziente. Se non è necessario il ricovero, un team composto da geriatra, infermiere e assistente sociale, facilita il ritorno a casa o il trasferimento in strutture dedicate, garantendo supporto sia al paziente che alla famiglia.

(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2024
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2024-10-06
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Corriere della Sera
Subtitolo in stampaIl Corriere della Sera, 06-10-2024
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)
Volume
Approfondimenti
Attori
Parole chiave: Buone pratiche Demenza senile Formazione degli operatori Ospedale