Secondo l’ultimo censimento Istat, il progressivo invecchiamento della popolazione italiana è nettamente evidenziato dal confronto tra la piramide delle età dell’edizione censuaria 2019 e quella del censimento del 2011.
Tutte le classi di età sotto i 44 anni vedono diminuire il proprio peso relativo, mentre accade il contrario dai 45 anni in su, che aumentano di quasi l’11%. In valore assoluto, i bambini tra 0 e 9 anni sono 4.892.494 (8,2%) ed erano 5.531.023 (9,3%) nel 2011, mentre le persone di 20-44 anni passano da 19.469.015 a 17.126.478 (-12%).
Viceversa, la percentuale di popolazione di 65 anni e più è passata dal 20,8% (12.384.972 persone) nel 2011 al 23,2% (13.859.090) nel 2019. L’aumento è stato sensibile anche per le età più avanzate: gli ultrasettantacinquenni, passati dal 10,4% del 2011 (6.152.413) all’11,9% del 2019 (7.063.716), e i cosiddetti “grandi anziani”, gli ultra-85enni, che incrementano il loro peso relativo sul totale della popolazione residente (dal 2,8% al 3,7%).
Considerando le variazioni percentuali all’interno di questo sottoinsieme, l’incremento maggiore si registra nelle classi 90-94 (+36,5%) e 95-99 anni (+30,2%) mentre diminuiscono gli ultracentenari (-1,9%) che nel 2019 sono pari a 14.804. A questa struttura per età sensibilmente più anziana del 2011 corrisponde un innalzamento di due anni dell’età media, che passa da 43 a 45 anni. La Campania, con 42 anni, è la regione più giovane, seguita dal Trentino Alto Adige (43 anni) e da Sicilia e Calabria (entrambe con 44 anni).
Quattro sono le regioni che si attestano sul valore medio nazionale (Puglia, Lazio, Lombardia e Veneto); nelle altre regioni il dato varia dai 46 anni di Basilicata, Emilia-Romagna, Valle d’Aosta, Abruzzo e Marche, ai 49 anni della Liguria che si conferma come la regione con l’età media più elevata. Come nel 2011, il comune più giovane è Orta di Atella, in provincia di Caserta, con un’età media di 35,3 anni mentre il più vecchio è Fascia, in provincia di Genova, dove si registra un’età media di 66,1 anni.
Inoltre il progressivo invecchiamento della popolazione italiana è ancora più evidente nel confronto con i censimenti passati. Il numero di anziani per bambino passa da meno di 1 nel 1951 a 5 nel 2019 (era 3,8 nel 2011) e l’indice di vecchiaia (dato dal rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e quella con meno di 15 anni) è notevolmente aumentato, dal 33,5% del 1951 a quasi il 180% del 2019 (148,7% nel 2001).
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)