Il manifesto pubblicato su Science illustra e propone un nuovo approccio all’invecchiamento ed ha come obiettivo l’acquisizione di conoscenze innovative che aiutino a mantenersi in salute più a lungo.
E' stato redatto da un gruppo internazionale di ricercatori, coordinati da Stuart Calimport dell’Università di Liverpool e vede, tra gli autori, anche il professor Angelo Scuteri, responsabile del Day hospital Medico centralizzato dell’Aou di Sassari e direttore della scuola di Geriatria dell’Università di Sassari.
Nel 2020 gli over 60 anni supereranno il numero di bambini fino ai 5 anni di età e, nel 2050, gli anziani nel mondo saranno 2 miliardi, rispetto agli attuali 900 milioni. Contemporaneamente, l’invecchiamento è una sfida per la sostenibilità economica del Servizio Sanitario e per il modello di cure proposte in risposta alle comuni malattie croniche e alla polipatologia. Diventare vecchio trova, infatti, una propria collocazione nella classificazione internazionale delle malattie (WHO ICD -11) comunemente adottata dai medici. Sappiamo poco, tuttavia, su come i vari tessuti, organi e apparati decadano, né abbiamo un sistema per classificare la severità del processo di invecchiamento. Un nuovo sistema di classificazione delle malattie dovrebbe mirare ad un’accurata correlazione tra l’invecchiamento nei tessuti (intesa come atrofia, calcificazione o rimodellamento) e la presentazione clinica delle malattie, spesso molteplici nella terza età. La classificazione del grado di declino in ciascun organo consentirà una più accurata diagnosi delle malattie legate all’invecchiamento. “Adottare questa nuova prospettiva – sottolinea Angelo Scuteri – aumenterà le possibilità di sviluppare nuovi farmaci che attacchino i reali processi di invecchiamento nel nostro corpo, i danni che si accumulano con il passare degli anni. I benefici per mantenersi attivi e indipendenti fino a 80-90 anni potrebbero essere superiori a qualsiasi aspettativa”.
(Fonte: tratto dall'articolo)