Medicina predittiva del tumore? Sì, ma con un esperto che ci guidi.
“Gestire” il dato è basilare, non solo perché la maggioranza delle forme cancerose, più che con la predisposizione ereditaria, ha legami con l’ambiente e le abitudini.
«Pensate solamente alla mutazione a carico del gene BRCA1, che insieme al BRCA2, determina un rischio molto aumentato di sviluppare tumore della mammella e dell’ovaio», spiega Antonio Amoroso, ordinario di Genetica Medica all’Università di Torino.
Se è vero che la presenza di questo corredo genetico indica un maggior rischio di sviluppare tumore in chi è portatore, come del resto accade per il gene Ret per il carcinoma della tiroide, o per il gene Apc per un tipo di tumore del colon, è altrettanto innegabile che l’informazione va “gestita”, e soprattutto bisogna programmare per ogni individuo un percorso di monitoraggio e cura specifico.
In presenza di geni che possono influenzare il profilo di rischio di sviluppare una patologia, insomma, è fondamentale studiare il Dna delle persone giuste e, insieme allo specialista, “utilizzare” al meglio le informazioni.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)